9 Ocak 2022 Pazar

Confieso que he vivido / Pablo Neruda

"Ahora voy a contarles alguna historia de pájaros. En el lago Budi perseguían a los cisnes con ferocidad. Se acercaban a ellos sigilosamente en los botes y luego rápido, rápido remaban... Los cisnes, como los albatros, emprenden difícilmente el vuelo, deben correr patinando sobre el agua. Levantan con dificultad sus grandes alas. Los alcanzaban y a garrotazos terminaban con ellos.

Me trajeron un cisne medio muerto. Era una de esas maravillosas aves que no he vuelto a ver en el mundo, el cisne cuello negro. Una nave de nieve con el esbelto cuello como metido en una estrecha media de seda negra. El pico anaranjado y los ojos rojos.

Esto fue cerca del mar, en Puerto Saavedra, Imperial del Sur.

Me lo entregaron casi muerto. Bañé sus heridas y le empujé pedacitos de pan y de pescado a la garganta. Todo lo devolvía. Sin embargo, fue reponiéndose de sus lastimaduras, comenzó a comprender que yo era su amigo. Y yo comencé a comprender que la nostalgia lo mataba. Entonces, cargando el pesado pájaro en mis brazos por las calles, lo llevaba al río. El nadaba un poco, cerca de mí. Yo quería que pescara y e indicaba las piedrecitas del fondo, las arenas por donde se deslizaban los plateados peces de sur. Pero él miraba con ojos tristes la distancia.

Así cada día, por más de veinte, lo llevé al río y lo traje a mi casa. El cisne era casi tan grande como yo. Una tarde estuvo más ensimismado, nadó cerca de mí, pero no se distrajo con las musarañas con que yo quería enseñarle de nuevo a pescar. Se estuvo muy quieto y lo tomé de nuevo en brazos para llevármelo a casa. Entonces, cuando lo tenía a la altura de mi pecho, sentí que se desenrollaba una cinta, algo como un brazo negro me rozaba la cara. Era su largo y ondulante cuello que caía. Así aprendí que los cisnes no cantan cuando mueren."

Pablo Neruda - (Confieso que he vivido, 1974)





"Now I am going to tell you a story about birds.  In Lake Budi, swans were brutally hunted.  They were stalked quietly in boats and then, rowing faster, faster….Swans, like the albatross, take to the air clumsily, they have to make a run, skimming the water.  They lift their huge wings heavily, and so were easily caught, finished off with sticks.

Someone brought me a swan that was half dead.  It was one of those magnificent birds I have not seen again anywhere in the world, a black neck swan.  A snowy vessel with its slender neck looking as if squeezed into a black silk stocking, its beak an orange color and its eyes red.

This happened at the seaside, in Puerto Saavedra, Imperial del Sur.

It was almost dead when they gave it to me.  I bathed its wounds and stuffed bits of bread and fish down its throat.  It threw up everything.  But it recovered from its injuries gradually and began to realize that I was its friend.  And I began to realize that homesickness was killing it.  So I went down the streets to the river, with the heavy bird in my arms.  It swam a little way, close by.  I wanted it to fish and showed it the pebbles on the bottom, the sand the silver fish of the south went gliding over.  But its sad eyes wandered off into the distance.

I carried it to the river and back to my house every day for more than twenty days.  The swan was almost as tall as I.  One afternoon it seemed dreamier; it swam near me but wasn’t entertained by my ruses for trying to teach it how to fish again.  It was very still and I picked it up in my arms to take it home.  But when I held it up to my breast, I felt a ribbon unrolling, and something like a black arm brushed my face.  It was the long, sinuous neck falling.  That’s how I found out that swans don’t sing when they die."

Pablo Neruda - (I Confess that I Have Lived, 1974)

The Complete Memoirs. Expanded Edition. Translated from the Spanish by Hardie St. Martin (Translator), Adrian Nathan West (Translator).





"Nel lago Budi cacciavano i cigni con ferocia. Si avvicinavano ad essi con precauzione, sulle barche, poi, rapidi rapidi remavano. I cigni, come gli albatri. intraprendono il volo con difficoltà, devono prima correre scivolando sull'acqua. Alzano con difficoltà le grandi ali all'inizio del volo. Ma li raggiungevano e li catturavano a bastonate.

Mi portarono un cigno mezzo morto. Era uno di quegli uccelli meravigliosi che non ho rivisto più in tutto il mondo, il cigno dal collo nero. Una nave di neve e il collo come infilato in una stretta calza di seta nera. Il becco arancione e gli occhi rossi.

Me lo diedero quasi morto. lo bagnai le sue ferite e gli spinsi in gola dei pezzettini di pane e di pesce. Rifiutava tutto. Tuttavia andò ristabilendosi dalle ferite, incominciò a capire che ero un amico. lo incominciai a comprendere che la nostalgia lo uccideva.  Allora, prendendo in braccio il pesante uccello, lo portavo al fiume. Lui nuotava un poco vicino a me. lo volevo che pescasse e gli indicavo le pietruzze del fondo;  le sabbie in mezzo a cui scivolavano gli argentei pesci del Sud. Ma lui guardava, con occhi tristi, in lontananza.

Così, ogni giorno, per più di venti, lo portai al fiume e lo riportai a casa mia. Una sera restò più assorto, nuotò anche vicino a me, non si distrasse con gli insetti per mezzo dei quali io volevo insegnargli di nuovo a pescare. Se ne stette molto quieto e lo presi di nuovo in braccio per riportarlo a casa. Allora, quando lo ebbi all'altezza del mio petto, sentii che si scioglieva come una cintura, qualcosa come un braccio nero mi sfiorava il volto. Era il suo lungo collo ondulato che cadeva. Così appresi che i cigni non cantano morendo, quando muoiono di tristezza."

Pablo Neruda - (La morte del cigno / Confesso che ho vissuto, 1974)

https://www.poesie.reportonline.it/poesie-di-pablo-neruda/la-morte-del-cigno-di-pablo-neruda.html





(Traduzione altra)

"Ora vi racconterò una storia di uccelli. Sul lago Budi cacciavano con ferocia i cigni. Gli si avvicinavano silenziosamente sulle barche e poi rapidi, rapidi remavano ... I cigni, come gli albatri, si alzano difficilmente in volo, debbono correre, scivolando sull'acqua. Sollevano con difficoltà le loro grandi ali. Li raggiungevano e li finivano a bastonate.

Mi portarono un cigno mezzo morto. Era uno di quei meravigliosi uccelli che non ho mai più rivisto al mondo. Il cigno dal collo nero. Una nave di neve dal lungo e flessuoso collo come inguainato in una stretta calza di seta nera. Il becco arancione e gli occhi rossi.

Fu vicino al mare, a Puerto Saavedra, Imperial del Sur.

Me lo diedero quasi morto. Lavai le sue ferite e a forza gli caccia in gola pezzettini di pane e di pesce. Rigettava tutto. Ma poco a poco si riprese, e cominciò a capire che ero suo amico. E io cominciai a capire che la nostalgia lo stava uccidendo. Allora prendevo il pesante uccello fra le braccia e lo portavo al fiume. Nuotava per un po, vicino a me. Io volevo che pescasse e gli indicavo i ciottoli del fondo, le sabbia su cui scivolavano gli argentei pesci del sud. Ma lui guardava con occhi tristi la distanza.

Così ogni giorno, per più di venti, lo portai al fiume e me lo riportai a casa. Il cigno era quasi grande come me. Un pomeriggio se ne stette più sulle sue, quasi assorto, nuotò vicino a me, ma non si distrasse ai gesti con cui volevo insegnargli di nuovo a pescare. Se ne stette tutto quieto e io lo presi di nuovo tra le braccia per riportarlo a casa. Allora, mentre me lo tenevo contro il petto, sentii come se si stesse srotolando un nastro e qualcosa, come un braccio nero mi sfiorasse il viso. Era il suo lungo e sinuoso collo che ricadeva. Così imparai che i cigni non cantano quando muoiono."

Pablo Neruda - (Confesso che ho vissuto, 1974)

http://www.antoniogiannotti.it/--1974---confesso-che-ho-vissuto.html





"Sur le lac Budi on traquait les cygnes avec férocité. On s’approchait d’eux en tapinois dans les canots puis, rapidement, très rapidement, on se mettait à ramer… Les cygnes, comme les albatros, s’envolent difficilement et doivent courir en dérapant sur l’eau. Ils ont beaucoup de mal à élever leurs grandes ailes. On les rattrapait et on les tuait à coups de bâton.

On me tendit un cygne à demi-mort. C’était un de ces merveilleux oiseaux comme je n’en ai plus revus depuis, un cygne au cou noir. Un vaisseau de neige avec un cou svelte et qui semblait gainé dans un bas de soie noire. Un bec orange et des yeux rouges. Je baignai ses blessures et voulus lui faire avaler des bouts de pain et des bribes de poisson. Il rejetait tout. Pourtant, il se rétablit à la longue. Mais je compris que la nostalgie était en train de le tuer. Je voulais qu’il pêche et lui montrais des petits poissons. Lui se contentait de regarder l’horizon avec ses yeux tristes. Alors, comme je le tenais à la hauteur de ma poitrine, je sentis qu’un ruban se déroulait, qu’une sorte de bras noir me frôlait le visage. C’était son long cou ondulant qui s’affaissait. Voilà comment j’appris que les cygnes ne chantent pas quand ils meurent de tristesse."

Pablo Neruda - (J’avoue que j’ai vécu / 1974)





"Şimdi sizlere, kuşlarla ilgili bir öykü anlatmak için birkaç yıl önceye dönüyorum. Budi gölü üzerinde kuğu avlıyorlardı. Hem de gaddarcasına. Kayıklarla gizli gizli yaklaşıyor, sonra birden son hızla küreğe asılıyorlardı.

Kuğular tıpkı albatroslar gibi, uçuş durumuna kolayca geçemezler; önce su yüzeyinde kaya kaya uçmak zorundadırlar. Uçuşun başlangıcında koca kanatlarını çok zor kaldırabilirler. Böylece hemen yakalanır ve kalın sopalarla da işleri oracıkta bitirilir.

Bir gün bana öyle bir kuğu getirdiler ki, canlıdan çok ölüye benziyordu. Dünyada eşi bulunmayan bu kuş türünün en güzellerinden, siyah boyunlu kuğulardandı: kar beyazı bir karın ve siyah ipekliye bürünmüş bir boyun, turuncu bir gaga, kırmızı gözler.

Bu olay, Puerta Saavedra’da denize yakın bir yerde geçiyordu.

Bana verdiklerinde yarı ölü durumdaydı gerçekten. Yaralarını temizledim ve boğazına küçücük ekmek ve balık kırıntıları tıkıştırdım. Yediği her şeyi çıkarıyordu. Bununla birlikte yavaş yavaş yara berelerinden kurtulmaya, benim kendisinin dostu olduğumu anlamaya başladı. Ve ben de onun sıla özleminden kıvrandığını görüyordum giderek. Bunun üzerine, bir gün koca kuşu kollarımın arasına alıp caddelerden geçerek ırmağa götürdüm. Benim biraz uzağımda yüzüyordu. Avlanmasını çok istiyor, ona dipteki çakılları, üstünde güneyin gümüş rengi balıklarının kayarcasına ilerlediği kumu işaret ediyordum. Onun bakışlarıysa ta uzaklardaydı.

Böylece her gün, yaklaşık yirmi gün boyunca, onu ırmağa götürüp getirdim. Kuğu neredeyse benim boyumdaydı. Bir öğle sonrası, yine oldukça dalgındı; yanımda yüzmeyi sürdürüyor, yeniden avlamayı öğretmek istediğim sivri sıçanlarla ilgilenmiyordu bile. Çok sakindi o gün; eve götürmek için yeniden kollarımın arasına aldım. Onu göğsümün hizasına getirerek tuttuğumda, bir şeridin, kol genişliğinde siyah bir hortumun, yüzümü hafifçe yalayarak yuvarlandığını hissettim. Bu, onun yılan gibi kıvrılarak düşen uzun boynuydu.

Böylece öğrendim ki, kuğular üzüntüden öldüklerinde, öldüklerini hiç belli etmiyorlardı."

Pablo Neruda - (Yaşadığımı İtiraf Ediyorum, 1974)

Türkçesi: Hilmi Yavuz

(Şiirler / Ağustos 2000 / Cem Yayınevi)

Black swan by Svetlana Cook

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