3 Ağustos 2018 Cuma

Espigas / Federico García Lorca

ESPIGAS

Junio de 1919

El trigal se ha entregado a la muerte.
Ya las hoces cortan las espigas.
Cabecean los chopos hablando
Con el alma sutil de la brisa.

El trigal sólo quiere silencio.
Se cuajó con el sol, y suspira
Por el amplio elemento en que moran
Los ensueños despiertos.
El día,
Ya maduro de luz y sonido,
Por los montes azules declina.

¿Qué misterioso pensamiento
Conmueve a las espigas?
¿Qué ritmo de tristeza soñadora
Los trigales agita?…

¡Parecen las espigas viejos pájaros
Que no pueden volar!
Son cabecitas
Que tienen el cerebro de oro puro
Y expresiones tranquilas.

Todas piensan lo mismo,
Todas llevan
Un secreto profundo que meditan.
Arrancan a la tierra su oro vivo
Y, cual dulces abejas del sol, liban
El rayo abrasador con que se visten
Para formar el alma de la harina.

¡Oh, qué alegre tristeza me causáis,
Dulcísimas espigas!
Venís de las edades más profundas,
Cantasteis en la Biblia,
Y tocáis cuando os rozan los silencios
Un concierto de liras.

Brotáis para alimento de los hombres.
¡Pero mirad las blancas margaritas
Y los lirios que nacen porque sí!
¡Momias de oro sobre las campiñas!
La flor silvestre nace para el Sueño
Y vosotras nacéis para la vida.

Federico García Lorca - (Libro de Poemas, 1921)





SPIGHE

Giugno 1919

Nel grano è entrata la morte.
Già le falci tagliano le spighe.
Dondolano i pioppi parlando
con l'anima sottile della brezza.

Solo il grano vuole silenzio.
Si è rappreso col sole e sospira
nell'ampio elemento dove stanno
i sogni svegli.
Il giorno
maturo di luce e di suono
declina sui monti azzurri.

Che misterioso pensiero
commuove le spighe?
Che ritmo di tristezza sognatrice
agita le messi?

Le spighe sembrano vecchi uccelli
che non possono volare!
Sono piccole teste
col cervello di puro oro
e hanno tranquilla espressione.

Tutte pensano alla stessa cosa,
tutte hanno
un profondo segreto da meditare.
Strappano alla terra il suo oro vivo
e come dolci api del sole libano
il raggio infuocato di cui si vestono
per formare l'anima della farina.

O che allegra tristezza mi date,
dolcissime spighe!
Venite dalle più profonde età,
cantavate già nella Bibbia,
e date, quando vi sfiorano i silenzi,
un concerto di lire.

Voi sgorgate per nutrire gli uomini.
Ma guardate le bianche margherite
e i gigli che nascono perché si!
Mummie d'oro sulla campagna!
Il fiore selvatico nasce per il sogno
e voi per la vita!

Federico García Lorca





SPIGHE

Giugno 1919

Il campo di grano si è dato alla morte.
Già le falci tagliano le spighe.
I pioppi oscillano parlando
all'anima sottile della brezza.

Soltanto il grano vuole silenzio.
Si è rappreso al sole, e sospira
nell'ampio elemento dove indugiano
i vivaci sogni.
Il giorno,
ormai saturo di luce e suono,
declina dietro i monti azzurri,

Che pensiero misterioso
turba le spighe?
Che ritmo di tristezza sognatrice agita i campi?

Le spighe sembrano vecchi uccelli
che non possono volare!
Sono piccole teste
che hanno il cervello d'oro puro
ed espressioni tranquille.

Pensano tutte alle stessa cosa,
meditano tutte
un profondo segreto.
Strappano alla terra il suo oro vivo
e come dolci api del sole libano
il raggio bruciante di cui si vestono
per formare l'anima della farina.

Oh che allegra tristezza m'infondete,
dolcissime spighe!
Venite dalle più profonde età,
cantaste nella Bibbia
e, quando vi sfiorano i silenzi,
suonate un concerto di lire.

Voi germogliate per l'uomo come cibo.
Ma guardate le bianche margherite
i gigli che nascono perchè sì!
Mummie d'oro delle campagne!
Il fiore selvatico nasce per il sogno
e voi nascete per la vita.

Federico García Lorca





BAŞAKLAR

Haziran 1919

Ölümün elinde buğday tarlası.
Oraklar başakları biçmede.
Usulca sallanıyor kavaklar
İnce yel ruhuyla söyleşip.

Hep sessizlik istiyor tarla.
Güneşle katılaşmış, iç çekiyor
engin öğeyi kendi kendine
saklayan uyanık düşlerle.
                         Gün
olgunlaşıp sesten, aydınlıktan
gök rengi dağlara alçalıyor.

Hangi gizli düşünce kimbilir
başakları coşturan?
Hangi düşcül üzüntü uyumu
dalgalandıran öyle?

Kocayıp uçamayan kuşları
andırıyor başaklar!
Başlarında
Som altından bir beyin var
ve dingin izlenimler.

Düşünceleri aynı,
hepsi de
dalmışlar aynı gize, çıkarırlar
canlı altınını yerin, o tatlı
güneş arıları, devşirirler
giyecekleri kızgın ışını
un ruhunu yaratmak üzere.

Ne sevinçli hüzün verirsiniz
bana tatlı başaklar!
En derin çağlardan gelirsiniz,
şakırsınız Kitap ’ta
ve sıyırıp geçince sessizlik
nice lir çalarsınız.

Bitersiniz insanı beslemeye.
Görürsünüz de ak papatyaları
ve doğan süsenleri çünkü bu böyle!
Siz altm mumyalar tarlalardaki!
Düşler için doğar orman çiçeği,
sîzlerse yaşam için doğarsınız.

Federico García Lorca

Çeviri: Sait Maden


Summer Evening, Wheatfield with Setting sun, 1888,
by Vincent van Gogh

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